Il progetto Opera-A-zione è nato nell’Ottobre 2012, partito come una riflessione sugli insediamenti industriali che la legge 219/1981 ha finanziato nell’area del Cratere irpino, si è sviluppato allargandosi ad altre “emergenze” del territorio salernitano dell’Alta Valle del Sele e del Tanagro coinvolgendo i bambini e i ragazzi di Buccino, Contursi Terme, Oliveto Citra e Palomonte.
L’idea
iniziale era quella di tradurre i movimenti di protesta che nei mesi precedenti
erano sorti per ostacolare l’accensione e l’istallazione di impianti di
lavorazione di rifiuti e scarti industriali, che stavano concretandosi ad Oliveto Citra e Palomonte, in una denuncia dello stato in cui le fabbriche del
post-terremoto riversano, da sogno industriale innestato in un territorio
ferito che fino ad allora si era dedicato esclusivamente all’agricoltura a
nonluoghi cementificati, che solo a fasi alterne, e con luci e ombre, sono
riusciti a soddisfare le esigenze occupazionali dei paesi interessati e che
negli ultimi tempi purtroppo sono stati individuati come sedi di impianti di
trattamento dei rifiuti.
Iniziando
a pensare a fasi e modalità di azione, però, insieme ai ragazzi
progressivamente coinvolti, sono venute a galla altre emergenze ambientali, e
non solo, che ruotano intorno ai nostri paesi. Prima fra tutte, nonostante
l’avvio della raccolta differenziata, l’aumento della produzione di rifiuti
domestici e soprattutto la ricorrente cattiva abitudine di abbandonarli lungo
le strade, nei boschi, nei fiumi… La società dei consumi è arrivata in questi
paesi fagocitando le tradizionali forme di produzione, esasperando i bisogni e
illudendo che l’unica strada per lo sviluppo fosse l’imitare i grandi centri urbani,
mettendo da parte la vocazione agricola e provando la strada
dell’industrializzazione; il riutilizzo, regola fondante dell’economia
domestica delle famiglie contadine, è ormai sorpassato dall’usa e getta. Altre
emergenze, inoltre, interessano ulteriormente le zone industriali del
post-terremoto, che si ritrovano ad essere la sede di altre problematiche sia
ambientali (come l’errato funzionamento degli impianti di depurazione) che
occupazionali e sociali (l’ultimo caso è quello della Profilati Italia, ma il rosario delle fabbriche chiuse ha tante
altre decine di grani). Guardandoci intorno, noi ragazzi che non abbiamo
vissuto la scossa del 1980 ma le conseguenze del terremoto, scopriamo che la
ricostruzione post-sisma ha rappresentato negli ultimi decenni anche la
cementificazione selvaggia dei centri storici e delle campagne dei nostri
paesi, nonostante alcune belle eccezioni. Occorreva trovare una soluzione a
quel grigio e a quel mondo ricostruito che non ci sembra combaciare con le
misure e l’identità del punto di partenza. Bastava anche solo una spruzzata di
colore per (ri)pensare il futuro di questa terra che, forse per la prima volta,
molti di noi hanno iniziato a sentire veramente propria.
L’idea di
affidarci ai più piccoli, a chi abiterà i nostri paesi domani, ci è sembrata la
prima cosa giusta da fare, in cerca di risposte e proposte a misura di bambino,
quindi scevre dalle sovrastrutture e dai pregiudizi dei grandi. Nascono così i
due momenti importanti del progetto Oper-A-zione: un concorso artistico-letterario
in cui i più piccoli hanno avuto il compito di “colorare” il mondo di domani;
una mattinata domenicale con laboratori e attività legate al tema del ripensare
i “rifiuti” da svolgersi nelle quattro aree industriali dei nostri paesi.
La mattina
di domenica 18 Novembre nelle aree industriali e negli spazi di ritrovo dei
quattro comuni, tanti bambini e ragazzi hanno imparato come da ciò che
quotidianamente si getta possano essere recuperati e costruiti giochi,
strumenti musicali, porta colori e addirittura sculture o figure antropomorfe.
La ventata di suoni, giochi e colori di quelle ore credo che in molti se la
porteranno nel cuore non solo per le tecniche e i saperi appresi ai laboratori,
ma anche per i bei momenti in cui ciascuno di noi è rientrato in possesso di un
pezzo dei propri luoghi. Tutte le opere d’arte del riciclo prodotte da questi
piccoli operai della catena di montaggio di un futuro migliore formano una
mostra itinerante con il compito di diffondere ulteriormente le idee da cui è partita Oper-A-zione.
Il
concorso “Devo finir di colorare il mondo che vorrei abitare”, invece, chiedeva
ai bambini di reinventare il foglio di lavoro dove, su carta riciclata, era
stampato il logo del progetto, una piccola fabbrica dalla cui ciminiera usciva
un nuvolone da riempire con il proprio futuro. Sono stati coinvolti bambini e
ragazzi dai 5 ai 13 anni che hanno potuto scegliere diverse forme di
espressione (disegno, poesia/filastrocca e tema/racconto) per fornire le
proprie indicazioni ai grandi sulle loro speranze e i propri sogni. Il concorso
si è concluso con nove vincitori; per ogni fascia d’età individuata (prima,
seconda e terza elementare; quarta e quinta elementare; prima, seconda e terza
media inferiore) sono stati premiati l’artista più estroso, il poeta più
ispirato e il narratore più impegnato. Naturalmente vincitori son stati tutti i
partecipanti, ognuno con i suoi colori, i suoi versi, i suoi pensieri, ma
volevamo lanciare un altro messaggio premiandone alcuni, affidando loro un albero
da frutto, un sacchetto di semi e un’esperienza a contatto con la natura
incontaminata del territorio. Le centinaia di fogli colorati su cui sono stati
fissati gli obiettivi per il futuro dei nostri paesi, noi li custodiamo
gelosamente, ma era importante diffonderli il più possibile. Nasce così questo
progetto editoriale grazie ad Angelo Cariello e soprattutto a Vito Pacelli,
editore di BookSprint Edizioni. Questo libricino contiene tutti gli scritti dei
bambini e ragazzi di Buccino, Contursi Terme, Oliveto Citra e Palomonte che
hanno partecipato al concorso, intervallati da pensieri e riflessioni di alcuni
ragazzi organizzatori degli eventi di Oper-A-zione. Oltre a diffondere i testi
dei protagonisti dell’intero progetto, parte del ricavato di questa pubblicazione
servirà a finanziare future azioni di sensibilizzazione ambientale e non solo
rivolte ai più piccoli del territorio del Sele e del Tanagro.
Spesso in
questo breve testo d’introduzione ho parlato di “noi”, ma chi siamo noi?
Noi siamo
ragazze e ragazzi (e non solo) provenienti dai quattro comuni coinvolti, con
storie ed esperienze diverse, ma con tante idee e suggerimenti per il presente
dei propri paesi. L’idea iniziale di Oper-A-zione è nata dalle riflessioni su
un luogo virtuale, laddove manca una piazza fisica si è pensato di riprodurla
on line su un gruppo Facebook, "Zompa chi pot", diventato “Fabbrica delle
idee”, animato da una serie di persone legate a Palomonte. Si è passati
dall’idea alla realizzazione dopo il coinvolgimento di associazioni come
"Bandiera Bianca", “ARS onlus”, "Dodekathlos" di Contursi Terme, l’"Associazione Pro Loco Olivetum Felix" e il “Comitato No inceneritore” di
Oliveto Citra, l’associazione "Status" ramificata in diversi comuni del
Sele/Tanagro, l’associazione “Sephirot” di Buccino, le Pro loco di Palomonte e Buccino. L’incontro di idee e persone ha prodotto non solo questo progetto
aperto, ma una serie di azioni e rapporti che hanno superato qualsiasi forma di
localismo per costruire insieme le fondamenta di future sinergie.
Necessario
contributo al buon esito dell’intero progetto l’hanno fornito i comuni di
Buccino, Contursi Terme, Oliveto Citra e Palomonte che hanno patrocinato
l’iniziativa, i dirigenti e i docenti dei plessi scolastici dei quattro paesi
che hanno sostenuto la partecipazione al concorso, radio Mpa media partner di
Oper-A-zione, tutti i genitori che si sono messi a disposizione e soprattutto i
bambini che hanno aderito con entusiasmo al nostro invito a fargli colorare il
proprio futuro in modo da imparare da loro.
Ultimo, ma
non ultimo, pensiero va a tutte le persone che hanno creduto e lavorato per
Oper-A-zione, sono sicuro che insieme riusciremo anche noi a colorare il nostro
futuro, qui.
Simone Valitutto
* Prefazione di Operazione. Devo finir di colorare il mondo che vorrei abitare.
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